[Einaudi]
Kategoria: Książki / Literatura obcojęzyczna
termine e che ci lasciamo a malincuore alle spalle. Nagori
annuncia una futura assenza: per ritrovare quell'odore, quel
sapore, quell'emozione bisognerà aspettare un intero anno, non
potendo...
Pełen opis produktu 'Nagori. La nostalgia della stagione che ci ha appena lasciato' »
Con nagori in giapponese si indica la fine della stagionalità di un
frutto, di un ortaggio, di un dono della natura. Ma nagori assume
anche le sfumature della nostalgia per una stagione giunta al
termine e che ci lasciamo a malincuore alle spalle. Nagori annuncia
una futura assenza: per ritrovare quell'odore, quel sapore,
quell'emozione bisognerà aspettare un intero anno, non potendo far
altro che conservarne il ricordo nella memoria dei sensi. Partendo
da un'affascinante riflessione sul nostro legame con le stagioni e
la natura, Ryoko Sekiguchi traccia un percorso incantevole
attraverso l'arte, la letteratura, la gastronomia, e lo splendore
millenario di saggezza e poesia del Giappone. «Ryoko Sekiguchi
esplora gli echi di una parola che ci invita a ripensare il nostro
rapporto con il tempo» («l'Humanité»). Hashiri, sakari, nagori:
sono questi i tre termini usati in giapponese per descrivere lo
stato di stagionalità di un prodotto. Se i primi due sono di
immediata comprensione e condivisi da numerose culture – indicano,
infatti, rispettivamente il concetto di «primizia» e di «piena
stagione» – nagori è un'idea intraducibile, che corrisponde a
quella che si potrebbe definire una «retro-stagione». Un frutto di
nagori, per esempio, si consuma al termine del suo periodo di
maturazione, e si può quindi considerare di fine stagione. Per
ritrovarne il sapore, bisognerà rassegnarsi al ciclo delle stagioni
e attendere l'anno successivo: nagori allora è la nostalgia della
stagione giunta al termine che ci lascia, e che siamo costretti a
lasciare. Letteralmente «traccia», «presenza», nagori abbraccia un
significato più ampio. È l'atmosfera di qualcosa che non esiste
più, come quella di una casa che evoca il ricordo di coloro che
l'hanno abitata; è ciò che rimane dopo il passaggio di una persona,
di un oggetto, di un avvenimento; è il momento del saluto prima di
una partenza, o di una separazione definitiva. È da qui, dal
concetto di nagori e dalle sue implicazioni nel nostro rapporto con
le stagioni, la natura e il tempo che prende le mosse
l'affascinante riflessione di Ryoko Sekiguchi: ha ancora senso oggi
parlare di «stagioni»? Le suddividiamo, delimitiamo,
classifichiamo, desideriamo o trascuriamo continuamente, ma secondo
quali criteri? Quante stagioni ci sono davvero in un anno, in una
cucina, in una vita? Dal Giappone alla Francia – con un'importante
tappa emotiva e culinaria a Roma –, tra memoir e poesia, racconto
della natura e food storytelling, Nagori è una piccola guida
letteraria alla scoperta di una visione tutta giapponese dell'arte
e della gastronomia.